FANTASMI E LUOGHI STREGATIABBAZIA DI SANTA MARIA DI LUCEDIO...
(VERCELLI)I MONACI CHE SECOLI FA VISSERO TRA LE MURA DI QUESTA CHIESA FURONO ARTEFICI DI ABOMINEVOLI PERVERSIONI E CRUDELTA' DI OGNI TIPO.
L'ABBAZIA SI TROVA NEL PRINCIPATO DI LUCEDIO, UN PICCOLO AGGLOMERATO DI CASE FONDATO NEL 1120, MA TUTTI GLI ORRORI DI S.MARIA HANNO COME PUNTO D'ORIGINE IL CIMITERO E LA CHIESA DI DAROLA.
QUI',SECONDO LA LEGGENDA, IL DIAVOLO IN PERSONA APPARIVA NEL PICCOLO CIMITERO ABBANDONATO DI DAROLA X INCONTRARE LE STREGHE DURANTE I SABBA.
IL DIAVOLO ,CORRUTTORE E MALVAGIO,SECONDO UN DOCUMENTO STORICO DATATO 1684,ENTRAVA NEI SOGNI DELLE NOVIZIE DOMENICANE DELLA VICINA CHIESA X TENTARLE, RIUSCENDO NEL PROPRIO INTENTO.
DA QUI' IN POI FURONO COINVOLTI ANCHE I MONACI DELL'ABBAZIA DI LUCEDIO,INFATTI IL DIAVOLO, DOPO AVER MANDATO DELLE DIAVOLESSE TENTATRICI NELLA CHIESA, RIUSCI' A CORROMPERE GLI ABATI E I PRETI DI S. MARIA, IN BREVE TEMPO I MONACI COMINCIARONO AD ADORARE SATANA,ABBANDONANDOSI AD OGNI TIPO DI PERVERSIONE,TRA VIZI,CRUDELTA',TORTURE,OMICIDI E ADDIRITTURA CASI DI PEDOFILIA.
FU NEL 1784 CHE IL PAPA,GIUNTO A CONOSCENZA DI QUELLO CHE STAVA SUCCEDENDO, FECE CHIUDERE DEFINITIVAMENTE L'ABBAZIA E DISPERSE TUTTI I SATANISTI.
QUESTA E' LA STORIA DI LUCEDIO, MA VI SONO ALTRI PARTICOLARI DEGNI DI NOTA: AD ESEMPIO LO STRANO FENOMENO DELLE NEBBIE, CURIOSAMENTE SORGONO MISTERIOSAMENTE SOLO INTORNO AL PRINCIPATO E ALLA TORRE,UN CAMPANILE CHE, DAL PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO,Eì TOTALMENTE DIVERSO DALLE COSTRUZIONI DI ALLORA,INFATTI POSSIEDE UNA PIANTA OTTAGONALE( FORMA CHE ERA TUTT'ALTRO CHE RELIGIOSA,NON SIMBOLO CRISTIANO MA PIU' CHE ALTRO ESOTERICO...) NELLE CRIPTE SOTTO L'ALTARE, SECONDO LA LEGGENDA,VI E' UNA MISTERIOSA FORZA MALIGNA IMPRIGIONATA CHE VIENE CUSTODITA DAI CADAVERI MUMMIFICATI DEGLI ABATI. INFINE DENTRO L'ABBAZIA VI E' LA "STANZA DEL GIUDIZIO", UNA CAMERA IN CUI, UNA DELLE COLONNE "PIANGE" X VIA DEGLI ORRORI DI CUI E' STATA TESTIMONE.....
NEL XIII SECOLO, UNO STORICO INGLESE VISITO' LUCEDIO E FRA I SUOI APPUNTI SCRISSE QUESTA ANNOTAZIONE:"La vista di un impiccato, appeso al ramo di un albero che si intravede tra le nebbie della palude,non guasterebbe di certo il paesaggio!!"
Conlusioni.....
Esistono parecchie altre leggende a riguardo dell'Abbazia,tra cue quella dell'esistenza di un passaggio sotterraneo che conduceva fuori dalle mura.
La misteriosa forza maligna fu catturata e imprigionata nelle cripte e' custodita dalle mummie degli abati , mummificatesi a causa dell'umidita' della zona,sono seduti su troni e disposti in cerchio a custodire questa forza infernale.
Oggi la chiesa di S.Maria e' chusa poiche' pericolante.
La leggenda delle nebbie fitte e basse viene spiegata da anni, x la presenza di fontanili, piccoli serbatoi sotterranei d'acqua.
Riguardo alla "colonna piangente",situata nella Sala Capitolare,in cui si svolgevani i processi e decidevano torture,anche qui' esiste una spiegazione razionale: pare che essa , e solo lei, sia costruita da una pietra piu' porosa delle altre e che riesca a pescare acqua e umidita' dal terreno x poi rilasciarla in altre condizioni climatiche cosi' da far sembrare che stia "versando lacrime"...
Inseguito alla diffusione della leggenda della presenza di forze demoniache, naquero nuove teorie. Si nota come la chiesa sia stata costruita a sud del complesso, contrariamente a come si faceva di solito. A nord sarebbe stata piu' protetta dai venti e l'illuminazione solare x le cerimonie mattutine sarebbe stata ottimale. Ricordandoci la classica pianta a forma di croce delle altre chiese, costruirne con l'ingreso a sud, era come disegnare una croce capovolta.........
Altre notizie e foto potrete trovarle nei seguenti siti:
http://www.creepynet.comhttp://www.principatodilucedio.ithttp://web.tiscali.itcercando notizie di Lucedio.
Edited by darkshadow - 28/10/2005, 19:23
http://www.creepynet.com/page13.htmlQuando ho letto questa storia ne sn rimasta scioccata.....
OSPEDALE PSICHIATRICO INFANTILE
(Aguscello - Ferrara) Questo edificio era, prima che venisse abbandonato all’inizio degli anni 70, un ospedale psichiatrico infantile di proprietà della Croce Rossa Italiana, i motivi del suo decadimento sono sconosciuti ma numerose sono le leggende che si narrano su questo posto.
cancello di ingresso.
Oltre ad essere stato, per diversi anni, sede di messe nere e riti occulti è ritenuto infestato dagli spettri.
Infatti si narra che i piccoli ospiti dell’istituto morirono tragicamente qualche anno prima della chiusura, la causa di questa morte prematura è ancora oggi un mistero, c’è chi dice che fu lo scoppio di un incendio ad ucciderli anche se quest’ipotesi risulta improbabile in quanto dalle fotografie non risultano segni di bruciatore o strutture carbonizzate, altre versioni parlano di un improvvisa epidemia o addirittura che furono vittime di un pazzo assassino.
Fra le tante storie, una racconta che ci sia persino una fossa comune al centro dell’edificio.
facciata posteriore
Fatto sta che durante la notte, fra le rovine dell’ospedale, si sentono ancora i pianti disperati dei bambini e all’ultimo piano, irraggiungibile in quanto la scala è crollata, la leggenda narra che vi siano le impronte delle manine stampate sui muri.
Secondo altre versioni, i piccoli pazienti ricoverati nell'Ospedale, subivano terapie e trattamenti orribili da parte del personale medico.
Dopo essere stati legati alle reti dei letti venivano storditi con una sorta di elettroshock che spesso risultava letale. Qualcuno afferma che queste reti siano state fatte sparire da qualche ignoto, e poi ritrovate lungo i vecchi canali di scolo della zona.
una stanza al primo piano
scale x cantina
porta di ingresso murata
la cantina.
Un'altra leggenda narra di un bambino affetto da schizofrenia che, per sfuggire ai maltrattamenti dei medici, arrivò a gettarsi dalla finestra dell'ultimo piano.
scale x il 2 piano interrotte
Misteriosamente il suo corpo non fu mai ritrovato e nemmeno sua madre non ebbe mai più sua notizia. Anni dopo alcune persone giurano di aver visto un bambino correre nel giardino dell'Ospedale abbandonato, chi ha tentato di raggiungerlo non ha mai trovato nulla, a parte le vecchie giostre del cortile che si muovevano ancora.
Ma i misteri e leggende sull'Ospedale non finiscono qui. Si racconta infatti che, prima della Seconda Guerra Mondiale, dentro l'edificio non solo si curavano bambini con problemi mentali ma anche quelli con problemi respiratori.
sala caldaie raggiungibile solo dall'esterno dal lato ovest dell'ospedale....
Il palazzo era gestito da alcune suore, le quali si occupavano personalmente dei pazienti. Queste odiavano i bambini e ne avevano talmente paura che la leggenda vuole che al terzo piano ci sia una sagoma nera: un disegno a grandezza naturale che raffigura una specie di ombra di bambino. La sagoma esiste veramente e si dice che, in quel punto esatto, fu lapidato un bambino.
Con l'inizio della guerra, le suore lasciarono l'ospedale e rinchiusero all'interno di esso tutti i piccoli pazienti, senza provviste. In breve tempo i bambini morirono tutti di fame e di sete. Questa è solo una leggenda ma i misteri di questo luogo sembrano non finire mai.
Su un muro c'è scritto che, chiunque faccia girare la giostrina, non riuscirà più a fermarla poichè le anime dei bambini giocheranno in eterno.
le giostrine.
ALTRE FOTO
http://www.creepynet.com/page13bis.html
Altra villa da brivido....e con voi voglio condividere la sua storia....
dal sito:
VILLA PASTOREhttp://www.clubghost.it/misteri/v/villapastore-.htmVILLA PASTORE, VALENZA (AL) - NOVEMBRE 2001 La Villa è visibile dalla strada dove troverete anche il cancello d’ingresso; non scendete con la macchina la zona è molto fangosa rimarreste bloccati. Scesi dalla strada troverete due caseggiati separati probabilmente uno adibito a stalla. La Villa è ridotta in pessime condizioni dal tempo, dalla guerra e dal terremoto di un anno fa. Il terreno circostante è letteralmente imbevuto d’acqua addirittura impraticabile se ha piovuto di recente probabilmente sotto un primo strato di argilla c’è roccia dura che impedisce all’umidità di penetrare creando una specie di fango giallastro che vi concerà per bene scarpe e pantaloni. Le due torrette e i piani superiori della Villa sono inaccessibili a meno che non abbiate voglia di arrampicarvi per i resti delle scale ma visto le condizioni della casa non lo consiglio a nessuno. All’interno dei due edifici si vedono ancora resti di decori sui muri ma soprattutto pavimenti in mosaico eccezionalmente conservati. Da svariate grate e fori sul pavimento si capisce che sotto il pianterreno c’e’ qualcosa. La porta della cantina è aperta ma la parte sotterranea del primo edificio è inaccessibile a meno che non vi portiate un’attrezzatura da sub per nuotare in quei tre metri d’acqua che ricoprono la parte visibile delle cantine! Se li c’era il passaggio per Piazza Duomo a Valenza ora non credo ci sia più la possibilità di scoprirlo. Fra i due edifici ci sono i resti di un vecchio aratro trainato da animali e alcuni pezzi arrugginiti delle balconate in ferro. A sinistra dei caseggiati guardando Valenza, vi trovate un piccolo laghetto con ringhiera attorno e davanti la tomba della piccola Elisa Pastore. La lapide era attaccata a un piccolo monumento in pietra poi deve essere caduta o è stata strappata e si è rotta in due parti. Sulla lapide troviamo scritto:
ELISA PASTORE
FANCIULLETTA BIENNE
VISPA E AMOROSA
MORTA PER FEBBRE MIGLIARE
NEL 7 LUGLIO 1873
I SUOI GENITORI
Se la bimba è morta di tubercolosi nel 1873 come minimo la Villa ha 150 anni; alla base del monumento c’è un foro quasi come se ci fosse stata la tomba o il vaso con i resti della piccola.
La famiglia Pastore dopo la morte della bambina ha avuto un altro figlio maschio morto anche lui per il crollo di una delle torrette mentre suonava il pianoforte (notizie tratte da racconti locali), dentro l’edificio c’era anche la lapide del bambino ma è stata asportata da qualcuno.
La parte più interessante la troviamo scendendo verso la collinetta davanti al secondo edificio: qui ci troviamo davanti all’ingresso di una delle gallerie della casa. Entrando nella galleria ci si imbatte subito in un vecchio pozzo alto almeno 10 metri. Non fate la triste esperienza di lanciarvi dentro una pietra: l’acqua sul fondo è putrida e stagnante da almeno un secolo e vi tornerà su un fetore di fogna che vi farà compagnia per un bel po'! Se avete abbastanza fegato da superare il pozzo che sbarra la strada vi troverete nella parte della galleria che passa sotto al secondo edificio, un’esperienza tanto esaltante quanto breve! La galleria finisce dopo una decina di metri sotto la casa diroccata. S’intravede uno svincolo ma l’ingresso è stato murato! Qualcuno ha comprato la Villa poco tempo fa ma durante i lavori di restauro un operaio è rimasto ucciso in circostanze misteriose e i lavori sono stati interrotti. Comunque viste le condizioni del terreno non credo sia più da considerare zona edificabile, andate a visitarla perché merita e credo che fra quattro o cinque anni ne resterà ben poco.
La Famiglia Pastore dopo la morte del figlio si è trasferita in una casa a Valenza vicino al Municipio, ma da lì sono partiti senza avvisare e di loro non si hanno più notizie. La casa accanto al Municipio non è stata più abitata dalla loro partenza.
Resoconto La casa in se è innocua, tuttavia Elisa e il fratellino sono state vittime secondo noi di una presenza ostile legata o alla famiglia Pastore o alla collina stessa. La parte destra dei due edifici, sempre guardando Valenza, è quella più preoccupante, ci sono vibrazioni molto forti, mentre avvicinandosi alla tomba di Elisa si avverte una sensazione di tranquillità quasi di protezione non è sicuramente un’entità malvagia lo spirito della bambina ma solo una vittima.
a cura di
Anubi's Stargate
http://it.geocities.com/anubisstargate/ALTRE INFO LE TROVATE IN QUESTO SITO CN BELLISSIME FOTO!!!!
http://web.tiscali.it/teses/places/al/vale...llapastore.html
Molti di voi forse ne hanno gia' sentito parlare...ma vale la pena perdere un po di tempo x un riassunto sulle vicende accadute in questo luogo..
IL RETTORATO DI BORLEY, La casa più infestata il Rettorato di Borley (o Borley Rectory come lo chiamano gli inglesi) è una delle località più conosciute in quato riguarda i casi d'infestazione dell'Inghliterra; esso si trova in una desolata e scarsamente abitata zona della costa est, vicino a Suffolk.
Sarebbe una zona completamente dimenticata, se nn fosse appunto per la presenza della "casa più infestata d'Inghilterra".
I fenomeni che si verificano in tale rettorato sono i soliti che si manifestano nei casi di infestazione, come ad esempio passi misteriosi, strane luci, sussurri, odori e porte che si aprono e si chiudono da sole, e senza la presenza di correnti d'aria.
Nel 1929 è stato riportato che gli spettri di un uomo senza testa, una ragazza vestita di bianco, il costruttore del Borley Rectory, tale Henry Bull e quello di una suora, con la testa inclinata in avanti con un epressione di disperazione, siano apparsi all'interno dell'edificio.
Le leggende locali vogliono che tale rettorato sia stato costruito sul posto in cui, nel 13° secolo, un monaco ed una bellissima suora novizia vennero uccisi mentre tentavano di scappare assieme; il religioso venne impiccato, e la sua futura sposa venne lapidata viva, con le pietre raccolte dalle mura del suo convento. Una fine atroce.
Proprio per indagare sul legame tra le infestazioni di Borley e tale storia, Harry Price, precedentemente incaricato nel 1929 per recarsi ad investigare sul luogo dei misteriosi eventi, divenne uno tra i più famosi "ghost hunters": fu infatti lui che parecchi anni dopo, stabilì standard per le indagini sul paranormale, e che per primo utilizzò un registratore audio, una macchina fotografica e un sistema di comunicazione con gli altri membri dell'indagine.
Price testimonia di aver assistito, durante i suoi sopralluoghi di studio al rettorato, allo spostamento di oggetti da un luogo all'altro, e di aver udito il suono di campane e altri rumori inspiegabili.
Anche il primo proprietario del rettorato, il reverendo Henry Bull (diventato Pastore della Chiesa di Borley 1862, anno in cui suo padre morì e gli lasciò la proprietà) e la sua famiglia, dichiararono di aver avuto strani incontri con spettri, ed ignorando il consiglio degli abitanti di lasciare il posto, si trasferirono a Borley insieme alla servitù.
Poco tempo dopo, i Bull vennero disturbati da passi misteriosi e da apparizioni spaventose, che invece il Reverendo trovava "fantastici divertimenti", tanto da costruire, assieme al figlio, una casa estiva x potersi sedere comodamente, fumando un sigaro ed osservando la materializazione delle entità.
Nel 1927, alla morte di Henry Bull, nel Rettorato di Borley subentrò il Reverendo Guy Smith che, tuttavia, abbandonò il posto un anno dopo, proprio a causa dei fantasmi (ma anche a causa del deterioramento dell'intero edificio).
Nell'ottobre 1930, il Reverendo Lionel Foyster e sua moglie Marianne giunsero al rettorato. Il loro arrivo comportò anche un incremento nelle apparizioni delle entità: gente bloccata nelle camere, oggetti scomparsi, finestre rotte da forze sconosciute, strani suoni, ecc..
Tuttavia, l'incidente più grave sembra sia quello accaduto alla signora Foyster quando, nel corso della notte, venne sollevata dal suo letto in piena notte, schiaffeggiata da mani invisibili e costretta a scansare oggetti pesanti che le volavano contro giorno e notte; una volta venne quasi soffocata con un materasso.
Poco tempo più tardi, anche delle scritte invocanti aiuto, e rivolte proprio alla signora Marianne, apparvero sui muri dell'abitazione.
Come potete leggere anche voi, alcune delle frasi apparse sono:"“Marianne, please help get” e “Marianne light mass prayers”.
Poichè tali manifestazioni apparivano sempre in presenza della signora Foyster, Price ipotizzò che quest'ultima stesse effettuando manipolazioni.
Tuttavia, egli credeva nella possibile esistenza di altri fenomeni paranormali al rettorato.
Forse era addirittura possibile che alcune di queste entità avessero trovato nella donna una sorta di consigliera, alla quale poter mandare i loro messaggi.
La teoria di Price era che l'intera vicenda delle apparizioni fosse legata alle antiche vicende di morte e tradimento all'interno di Borley, aventi come protagonista una giovane suora (seppure nn fosse quella legata alla leggenda del 13°secolo).
I Foyster abbandonarono Borley nel 1935; quando finalmente il rettorato rimase vuoto, Price potè continuare i suoi studi, con un'approfondita investigazione durata ben un anno (pubblicò anche un annuncio sul Times in data 25 maggio 1937, attraverso il quale egli cercava studiosi ben preparati e aperti di mente, per aiutarlo nelle sue indagini).
Ecco il testo del suo articolo:
“HAUNTED HOUSE: Responsible persons of leisure and intelligence, intrepid, critical, and unbiased, are invited to join rota of observers in a years night and day investigation of alleged haunted house in Home counties. Printed Instructions supplied. Scientific training or ability to operate simple instruments an advantage. House situated in lonely hamlet, so own car is essential. Write Box H.989, The Times, E.C.4”
Dopo aver ingaggiato circa 40 persone, Price iniziò la stesura a mano, di quello che è tutt'oggi considerato il primo libro che spieghi come condurre un'indagine paranormale.
Ciascun membro della spedizione disponeva di una copia del libro, per poter seguire le procedure passo dopo passo, e ognuno iniziò a fare ricerche e segnare gli avvenimenti in una sorta di "giornale".
Si può dire che il periodo delle ricerche siano avvenuti innumerevoli interessanti apparizioni, caratterizzate anche da comunicazioni medianiche tramite la tavola oui-ja con una certa Marie Lairre, la quale affermò che in vita fu una suora in Francia, ma lasciò il suo convento per sposarsi con Henry Waldegrave, membro di una nobile famiglia che abitava nel posto in cui venne costruito il Rettorato di Borley.
Quest'ultimo la strangolò e poi ne bruciò i resti nella cantina.
Sembra che il suo spirito vaghi iquieto, all'interno dell'edificio da quel momento, poichè i suoi resti non vennero seppelliti in terreno consacrato.
Nel marzo del 1938, cinque mesi dopo la prima apparizione di Marie, un'altro spirito affermò che il rettorato sarebbe stato bruciato la stessa notte, e che da questo incendio sarebbero emerse dalle rovine le prove dell'omicidio della suora. Borley non prese fuoco quella notte, tuttavia, ma ben 11 mesi dopo, quando il Capitano WH Gregson, intento a spacchettare dei libri, scontrò la lampada ad olio e questa, cadendo, appiccò il fuoco nella libreria; le fiamme divamparono velocemente e si espansero con altrettanta velocità, avvolgendo l'intera struttura.
(Ecco come appariva il Rettorato di Borley dopo l'incendio del 1939)
Dopo l'incendio, Price si avventurò all'interno della costruzione, e trovò, nella cantina, le fragili ossa di una donna...con molta probabilità, proprio la suora. La leggenda era dunque vera.
Con un funerale, celebrato dal Rev. AC Henning nella vicina cittadina di Liston, si assicurò il riposo eterno ai poveri resti della monaca.
Borley Rectory venne demolito definitivamente nel 1944; nonostante questo, la sua fama di "casa più infestata d'Inghilterra" non ha mai cessato di esistere.
(Due immagini scattate al rettorato dopo la sua demolizione)
(Ed ecco come appare Borley al giorno d'oggi)
Harry Price scrisse due libri dedicati interamente al Rettorato di Borley: "The Most Haunted House In England" (1940) e "The End of Borley Rectory" (1946).
La cripta delle Barbados(Il mistero delle bare rimosse)
Il 9 agosto 1812 la bara dell'onorevole Thomas Chase, uno schiavista delle isole caraibiche Barbados, veniva fatta scendere nella cripta di famiglia. Appena scostata la grande lastra marmorea che chiudeva la tomba, la luce delle fiaccole illuminò qualcosa di strano. Una delle tre bare già contenute nella camera sepolcrale era rovesciata. Un'altra, quella di un bambino, giaceva sottosopra in un angolo. Appariva a tutti ovvio che la cripta era stata profanata. Eppure, a ben guardare, non c'era alcun segno di manomissione. Rimessi i sepolcri al loro posto, la tomba era stata accuratamente richiusa. Quando la notizia si diffuse, la gente del posto non ebbe dubbi: erano stati certamente gli schiavi negri a combinare quel pandemonio, dal momento che Chase e la sua famiglia non meritavano altro, crudeli e senza scrupolo com'erano. Non per nulla, la terza delle tombe già presenti nella cripta era quella della figlia di Chase, Dorcas Chase, suicidatasi solo un mese prima per sottrarsi, si mormorava, alla brutale violenza del padre.
Passano quattro anni e questa volta -è il 25 settembre del 1816- tocca alla minuscola bara di un bambino di appena undici mesi, Samuel Brewster Ames, ad essere condotta nella tomba di famiglia. Ancora una volta la stanza è tutta a soqquadro. Qualche ignota mano ha deposto a terra le quattro bare, compresa quella di Thomas Chase che solo a stento otto uomini robusti erano riusciti a sistemare il giorno del funerale. Di nuovo si rimette tutto a posto e la cripta viene risigillata con cura e attenzione.
Dopo circa due mesi era ancora ora di riaprirla per accogliere la salma di Samuel Brewster, uno della famiglia ucciso in aprile nel corso di una rivolta di schiavi e temporaneamente sepolto altrove. Tutti i sepolcri erano in disordine. Ancora una volta si pensò alla vendetta degli schiavi negri; ma il mistero era egualmente insoluto: come riuscivano a penetrare? Le grandi lastre di marmo erano state ogni volta cementate e ogni volta non c'era traccia di effrazione.
Una delle bare -quella della signora Thomazina Goddard, la prima a essere stata introdotta nella cripta- aveva tutte le tavole scompaginate, come se qualcuno si fosse accanito con una violenza estrema. Per far fronte temporaneamente alla situazione le assi di legno erano state-rimesse insieme con delle corde e la bara appoggiata contro una parete. Poi, visto che la cripta era di dimensioni ridotte (3,5 m per poco meno di 2), le bare più piccole erano state risistemate sopra quelle più grandi. Alla fine, per l'ennesima volta, il posto era stato rinchiuso e sigillato.
A questo punto la macabra storia aveva fatto il giro delle isole, suscitando grandi emozioni. In breve la Chiesa di Cristo e il suo rettore, il reverendo Thomas Orderson, si trovarono al centro della preoccupazione popolare. Se con i curiosi e verso coloro che erano alla caccia di sensazionalismi, il reverendo si mostrava alquanto intransigente, a chi lo interrogava senza morbosità, raccontava che, essendo pure lui ansioso di risolvere il singolare mistero, non aveva esitato ad accogliere l'invito del magistrato locale e assieme a lui aveva compiuto alcune perlustrazioni che però non avevano dato alcun esito. Come i vandali potessero infilarsi nella cripta continuava dunque a restare un mistero. Non solo non esisteva alcun passaggio segreto, ma sia le pareti che il pavimento e il soffitto a botte risultavano ben scavati nella solida vena di roccia calcarea. E se. il disordine fosse stato provocato da qualche infiltrazione di acqua si sarebbero senz'altro trovate indiscutibili tracce; senza dimenticare che era del tutto improbabile che pesantissimi sarcofaghi potessero galleggiare. In merito poi alla teoria che stava poco a poco facendosi strada presso i nativi indigeni, vale a dire che la cripta fosse maledetta e che in essa agissero forze di ordine soprannaturale, ovviamente Orderson non poteva che far orecchio da mercante.
Quando un altro membro della famiglia morì, l'attesa per quella nuova inumazione era febbrile. Il 7 luglio 1819 (qualcuno riporta la data del 17) toccò alla signora Thomazina Clarke essere introdotta nel sepolcro, ben rinchiusa in una bella cassa di prezioso legno di cedro. Per rimuovere l'abbondante cemento che sigillava la porta d'ingresso ci volle un bel po' di tempo, ma anche una volta rimosso la porta non voleva saperne di schiudersi. Immediatamente dietro, infatti, stava appoggiata la bara di Thomas Chase, che l'ultima volta in cui si era scesi nella cripta era stata sistemata a buona distanza. Anche tutti gli altri sacelli erano stati violati, con la sola eccezione della bara della signora Goddard, quella tenuta insieme con delle funi. Prova ulteriore che non si poteva comunque parlare di inondazione, perché altrimenti non si sarebbe potuto spiegare come mai pesanti sarcofaghi di pietra avessero potuto galleggiare sull'acqua e una bara di legno no.
Uno dei primi a penetrare nella tomba era stato il governatore, Lord Combermere, il quale davanti a tanto disastro aveva immediatamente disposto un'inchiesta. Ma solo per verificare ciò che il reverendo Orderson già sapeva: non esisteva alcun passaggio o transito rintracciabile che consentisse a chicchessia di penetrare nella cripta, né una botola dal pavimento e neppure qualche cavità dalla quale potesse infiltrarsi dell'acqua. Prima di richiudere la tomba, il governatore aveva dato ordine di lasciare uno spesso strato di sabbia sul pavimento, al fine di poter registrare le impronte di chi si fosse furtivamente introdotto. Poi, di nuovo, la porta di accesso era stata richiusa con abbondante cemento. Come ultimo tocco, Combermere aveva addirittura posto il proprio sigillo personale sullo stipite, così che nessuno avrebbe potuto passare da lì senza forzare la porta e lasciare un segno inequivocabile.
Otto mesi dopo, il 18 aprile del 1820, nel corso di un party tenuto presso l'abitazione del governatore, la discussione, come sovente accadeva, si era nuovamente focalizzata sull'enigma della tomba costantemente violata. Eccitato dal ricordo, Combermere aveva deciso, seduta stante, di andare a dare un'occhiata sul posto, per verificare se le precauzioni adottate si fossero rivelate efficaci. Il gruppo era composto di nove persone, fra cui il governatore, il rettore e due esperti muratori. Il cemento che fermava la porta di accesso era intatto e così il sigillo, quindi nessuno aveva violato il passaggio. Aperta la porta erano scesi nella cripta. Ogni cosa era sottosopra. La piccola bara di un bambino era stata trasportata addirittura sulla scalinata discendente e ostruiva il transito, mentre quella di Thomas Chase era stata rovesciata. Di nuovo, la sola intoccata risultava quella della signora Goddard, trattenuta con le cor— de. La sabbia depositata sul pavimento non rivelava alcuna impronta. A lungo i due esperti muratori avevano perlustrato, battendo con i martelli, pareti, soffitto e pavimento alla ricerca di qualche passaggio segreto o botola nascosta. Il mistero non poteva trovare alcuna soluzione. Allora il governatore aveva ordinato di estrarre tutte le bare e di seppellirle in qualche altro luogo. Così era stato fatto e la cripta era rimasta completamente deserta.
Nessuno fra i tanti autori e ricercatori che riportano questo strabiliante caso è mai riuscito a offrire una soluzione convincente. Le spiegazioni naturali più logiche sono quelle dell'inondazione o di scosse telluriche. Ma la prima causa non solo avrebbe anche smosso la cassa in legno della Goddard ma avrebbe portato via la sabbia sul pavimento, senza contare che piogge così consistenti da provocare una inondazione non sarebbero certo passate inosservate. Lo stesso dicasi per le scosse di terremoto, che per scoperchiare e ribaltare bare così pesanti, sballottandole come dadi in un bicchiere, sarebbero state avvertite ovunque nell'isola. Conan Doyle suggerì l'ipotesi di esplosioni all'interno della cripta, provocate dagli influssi negativi concentrati degli schiavi negri, capaci di far saltare le bare innescando i gas esplosivi originati dalla decomposizione. Ovviamente, non c'è niente di più assurdo.
Tuttavia, una spiegazione, diciamo così, soprannaturale potrebbe essere l'unica in grado di dare ragione del mistero. Correva voce presso la gente che lo strano fenomeno aveva incominciato a manifestarsi solo dopo che nella tomba di famiglia era stata deposta una donna che si era suicidata. Stando alla teoria supernaturale, le anime delle altre persone sepolte non l'avrebbero accettata: da qui i continui sconvolgimenti. Ma, come ben sappiamo, la movimentazione di lastre e bare comporta la fenomenologia del poltergeist e tutti i ricercatori sono d'accordo nel sostenere che per attivare un simile evento è necessaria una forte "sorgente energetica" come, per esempio, l'instabilità di una personalità in fase di formazione come quella di un adolescente. Ma, evidentemente, una cripta piena solo di morti non può in alcun modo fornire un simile motore primo energetico.
Per i negri locali si trattava, ovviamente, di voodoo in piena regola, ossia la manifestazione di una potente forza magica messa deliberatamente in moto dall'azione di un mago o di uno sciamano, con lo scopo di assecondare la vendetta degli schiavi soggiogati da Chase e dalla sua famiglia. Certo, si tratta di un'ipotesi che suona per lo meno azzardata, ma resta ancora oggi l'unica disponibile, in qualche modo accreditata.